Crediti di Carbonio

 

La sfida ecologica più importante del nuovo millennio è il controllo delle emissioni dei gas serra in atmosfera. Al fine di minimizzare il rischio ambientale causato dai possibili cambiamenti climatici, secondo numerosi scienziati già in atto, gioca un ruolo fondamentale la conoscenza e la gestione del carbonio e dei cicli energetici naturali e antropici ad esso collegati.

Gli ecosistemi terrestri costituiscono un importante anello nel ciclo globale del carbonio e possono fungere da depositi (sink) o da sorgenti (source) di anidride carbonica a seconda delle condizioni naturali e della gestione antropica.

Gli organismi tecnici e politici internazionali che si occupano da circa 15 anni del problema hanno varato attraverso l'ormai famoso Protocollo di Kyoto del 1997, ratificato dall'Italia in ambito europeo e poi nazionale (Legge n. 10 del 1.6.2002), un complesso sistema per il calcolo e il costo delle emissioni.

In questa ottica è di fondamentale importanza la contabilizzazione dei cosiddetti "crediti di carbonio", cioè la quantificazione dei potenziali incrementi nell'assorbimento di CO2 da parte dei "sink", che possono essere utilizzati per ridurre i costi legati al superamento delle emissioni ammesse dal Protocollo.
L'accordo di Kyoto e i successivi sviluppi hanno portato a definire e regolamentare anche il cosiddetto "carbon trading", il mercato dei crediti, che amplia ulteriormente le prospettive di impostazione dei Piani Energetici da quelli internazionali a quelli nazionali fino a quelli regionali, in quanto rende possibile scambiare i crediti con permessi di emissione.

In parallelo rispetto al mercato regolamentato si è sviluppato un mercato volontario dei crediti di carbonio che rappresenta oggi una importante realtà economica per privati e aziende che nella volontà di compensare le proprie emissioni trovano un impegno etico e ampie opportunità di marketing.
 

Kyoto e dopo Kyoto

Il protocollo di Kyoto è entrato in vigore il 16 febbraio 2005 e prevede l'obbligo di ridurre, nel periodo 2008-2012, le emissioni ad effetto serra (biossido di carbonio, metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi, esafluoruro di zolfo) in misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni registrate nel 1990. L'obiettivo di riduzione per l'Italia è pari al 6,5% rispetto ai livelli del 1990.

Nel corso della corso della 18esima conferenza sui cambiamenti climatici tenutasi a Doha in Qatar nel dicembre 2012  i 194 paesi partecipanti hanno trovato un accordo per estendere fino al 2020 il Protocollo di Kyoto. L'impegno a  ridurre ulteriormente le emissioni di gas serra resta solo da parte dell'Unione Europea e di qualche altro Paese (circa il 20% del totale dei partecipanti). Restano ancora fuori i Paesi 'grandi inquinatori': quelli sviluppati come Usa, Canada, Giappone, Russia e Nuova Zelanda ma anche quelli emergenti Cina (il primo Paese inquinante), India, Brasile, Messico e Sud Africa.

A Varsavia nel novembre 2013, dopo due settimane di colloqui, si è chiusa la 19sima riunione annuale dell’Unfccc (Convenzione quadro dell’ONU sul cambiamento climatico). I delegati hanno concordato le linee generali per un sistema di riduzione delle emissioni, che vedrà luce nella conferenza programmata per il 2015 a Parigi in sostituzione del moribondo Protocollo di Kyoto.

 

Registro nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali

Il Registro istituito dal Dm 1° aprile 2008 (e successivo Decreto 22 gennaio 2013) è parte integrante del "Sistema nazionale per la realizzazione dell'Inventario nazionale delle emissioni e degli assorbimenti di gas-serra".
Il compito ad esso assegnato è quello di quantificare nella contabilità del Protocollo di Kyoto, in accordo con le Linee-guida fornite dal Gruppo di esperti intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), il bilancio netto di gas ad effetto serra generato dalla superficie nazionale, in conseguenza di attività di "Uso delle terre, Variazione di uso delle terre e Selvicoltura" ("Lulucf - Land Use, Land Use Change and Forestry").
Il MinAmbiente, supportato da Apat e Corpo forestale, potrà così certificare periodicamente l'assorbimento di carbonio da attività agroforestale, ai fini della riduzione del bilancio nazionale delle emissioni.

Silvae Rivista tecnico-scientifica del Corpo Forestale dello Stato
 Anno III n. 9 settembre - dicembre 2007  - Sono rintracciabili alcuni contributi scientifici sui crediti di carbonio di origine agroforestale e sulle modalità di conteggio applicate in Italia.

 

Fondo rotativo per Kyoto

Il Fondo rotativo per Kyoto, attuato dal Dm Ambiente 25 novembre 2008 e dal Dm Economia 17 novembre 2009 consiste nella concessione di finanziamenti agevolati per interventi nel settore delle rinnovabili, dell’efficienza energetica, della ricerca e della gestione forestale. L’ammontare complessivo del Fondo rotativo è di 600 milioni di euro, distribuiti in tre annualità di 200 milioni di euro l’una. Il Fondo è “rotativo”, dal momento che si alimenta attraverso le rate di rimborso dei finanziamenti concessi.
A partire dal 2013, le risorse residuate dalla prima annualità del Fondo Kyoto (460 milioni di euro) sono state convogliate nel "Fondo per l'occupazione giovanile nel settore della green economy".
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 25 gennaio 2013 della Circolare n. 5505 del 18 gennaio 2013, è pienamente operativo il Fondo che eroga finanziamenti a tasso agevolato per la realizzazione di progetti e interventi nei settori della green economy ed in settori di attività connessi con la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologico e sismico. La Circolare rappresenta la nuova veste del "Fondo rotativo per Kyoto", poichè ne utilizza i fondi residui (460 milioni di euro) e ne adotta - in parte semplificandole - alcune regole e procedure di accesso.

 

Mercato volontario dei crediti di carbonio ......

Nucleo Monitoraggio Carbonio

 

 


 

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